Un quaderno come strumento d’introspezione

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Un altro motivo per creare un quaderno fatto a mano è che ci aiuta a districarci nel nostro IO.
Ci fa riflettere, ci prende per mano e, pagina dopo pagina, mette ordine nelle nostre testoline affollate.
Si può scegliere di creare un quaderno per capire cosa succede dentro la testa e il cuore, investigare uno stato d’animo, sfogare quel che a parole non sappiamo dire. Ci aiuta a relazionarci con noi stessi, a tenere il dialogo aperto.
Sembra sciocco dirlo ma non sempre abbiamo la giusta consapevolezza dei nostri desideri.
Molte persone non sono abituate ad avere questo rapporto col proprio io, che sia tramite la scrittura di un diario, l’arte, la meditazione o qualsiasi altro strumento che ci permetta di fermarci a riflettere qualche minuto.
Spesso siamo così prese dal FARE che non sappiamo bene cosa vogliamo ESSERE.
Capita di perdersi di vista ma, per essere felici, ogni tanto dobbiamo ritrovarci.
Come possiamo essere felici in coppia, in famiglia, se non siamo felici con noi stesse?
Questo non vuol dire che le nostre esigenze devono passare come un tritasassi su tutti gli altri ma che, almeno, dobbiamo essere consapevoli di quel che vogliamo e di quello a cui rinunciamo.
Tempo fa, su un libro, avevo letto questa frase:

“Chi ricusa di progettare, accetta di essere progettato”

Esagerato?
Ma come, non posso semplicemente non progettare e non essere progettata?
E invece, col tempo, ho capito che aveva ragione quella frasetta lì, stampata in nero tra una pagina e l’altra.
Se noi non abbiamo consapevolezza di chi siamo e dove vogliamo andare, è molto facile che entriamo nel progetto di qualcun altro e alla lunga potremmo non esserne contente.

Io ho ripreso a disegnare in un momento in cui non capivo più dove andare, non capivo il motivo per cui mi alzavo la mattina, non capivo che ci stavo a fare su questa terra.
Per la prima volta mi sono dovuta concentrare su di me, ripartire da me.
Ho scoperto e conosciuto una Sabrina che non avevo mai incontrato, una Sabrina con cui, negli ultimi anni, avevo parlato poco.
Sono sempre stata una persona accondiscendente, che rinuncia facilmente a quel che vuole per far contente le persone accanto.
In un gruppo di amici sono sempre stata quella che dice: “va bene tutto, andiamo dove volete voi”, ma è sempre un bene?
Alla lunga, a forza di dire: “va bene tutto”, non sapevo più dove volevo andare io.

Un pennarello, un collage, un foglio, sono diventate la mia voce.
Ho scavato a fondo e ho capito che chi mi aveva abbandonata ero stata io!
Ho scoperto che per molte cose avevo delegato, incredibile! La mia vita, così com’era, era frutto di una delega ad altri.
Avevo lasciato a qualcun altro l’incombenza di dirmi chi ero.

In quel momento così incerto, così pieno di domande e sconforto, ho iniziato a disegnare, colorare, ritagliare, scrivere, bucare fogli, creare facce coi cartocci della pizza.
La ricerca della creatività mi ha salvato.

2 commenti Aggiungi il tuo

  1. polepole ha detto:

    Sai cosa mi sta succedendo? Che leggo oggi tutti questi tuoi post sul quaderno e sulla creatività e il guardarsi dentro, leggo le tue parole e mi rendo conto di esserci io in quel ritratto che stai accennando. Anzi, che mi stai fotografando quasi fossi un libro aperto.
    E’ che io questa cosa del conservare ritagli, metterli insieme, formare collage di parole e colori e materiali, lo sto facendo da un po’, perché lo sentivo come un bisogno estremo, un “mi scappa, devo farlo per forza” e non mi sono mai resa conto di quello che significava, del mio io che gridava la volontà di esprimersi.
    Poi quelle pagine le ho chiuse e accumulate da qualche parte (“ovunque”, dice mio marito) in casa, in macchina, nelle agende, nei diari della PM. E le ho lasciate lì, senza coglierne il senso.
    Credo proprio sia arrivato il momento di ascoltare quei fogli, quei colori, quelle sensazioni, sì. Hai ragione, Sabrina. E ti ringrazio per avermi aperto gli occhi. 🙂

    1. asabbri ha detto:

      L’esigenza di esprimersi è forte, potente, inarrestabile e molte volte si muove a livelli così inconsci che non ce ne accorgiamo, via è giunta l’ora di dare spazio a tutti quei ritagli e fogli!
      🙂 un abbraccio!

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