Credo nell’amore che ci rimane addosso

Credo in poche cose.
Credo nell’amore che ci rimane addosso come una coperta, come una corazza soffice e calda.
Credo che l’amore donato da chi non c’è più ci rimanga appiccicato addosso come una seconda pelle.
Una protezione dagli sconquassi del mondo, un credito di bene, un antidoto a certi veleni.
Ed è a questo amore che chiedo aiuto quando mi sento troppo piccola e impotente. Mi rivolgo a chi mi ha voluto bene, a chi ha avuto per me cure e sorrisi.
Non riesco a chiedere a Dio, vado a ricercare l’origine di quel bene, il punto esatto in cui quella persona mi ha fatta sentire protetta e benedetta. Chiedo ai miei morti, quelli che porto cuciti addosso insieme al bene.

Credo nel potere della scelta aldilà del risultato, scegliere per non rimanere indifferenti, per non farsi trasportare come una foglia dalla corrente. Il coraggio della scelta poche persone sanno averlo e in quelle poche persone che sanno scegliere e dire “io ho scelto”, io credo.
Non credo agli indifferenti, a chi si volta dall’altra parte, a chi per scegliere deve sapere cosa hanno scelto gli altri. A chi fa scelte ragionevoli e soppesa ogni cosa.

Credo nell’immaginazione che ogni giorno crea nuovi mondi più giusti per noi, più ospitali. Una forza primitiva, il primo volo, la prima casa, il primo spazio salvo.
Credo in pochissime persone, sempre meno, ma credo in loro in modo illimitato.
A giorni alterni credo persino in me, nella mia costanza da formica e nella mia perseveranza da picchio. Richiamo la formica e il picchio e li prego di continuare ad abitarmi.

Credo in poche cose ma buone per me.
Vorrei saper credere in più cose, in più idee, in più rassicurazioni. Ma queste in cui credo me le tengo strette, sono cose capaci di illuminare la notte quando è oscura e mi fa paura.
Quando il cuore della notte è nera come un pugno e l’aria immobile.
Quando tutto il mondo sembra smettere di respirare e bisogna arrivare al mattino e non sempre è facile.